La Carica dei Cento e uno (One Hundred and One Dalmatians)

Uscito nel 1961, La carica dei cento e uno è il 17° Classico Disney nonché il primo film ad essere ambientato nella stessa epoca della sua uscita, inoltre è la pellicola che segna l’inizio di una nuova fase della Disney che non vede più Walt Disney direttamente coinvolto nella realizzazione dei film.

Adattato da un piccolo romanzo degli anni ’50, La carica dei cento e uno si incentra sul rapimento di un gruppo di cuccioli di cane dalmata da parte di una stravagante ed insensibile amante delle pellicce. Anche se nel film la parte introduttiva della storia ricopre una gran parte della pellicola, bisogna dire che è necessaria per il vero e proprio punto centrale del racconto: infatti – proprio come in Lilli e il Vagabondo –  la morale della storia non si dipana dalla situazione dei protagonisti, già soddisfatti e felici, ma si interseca con un problema giunto dall’esterno. Questo significa che il viaggio dei personaggi principali poggia unicamente sull’avventura di ricerca dei propri cuccioli, senza necessariamente dover impartire una lezione.

Questo particolare fa risaltare la contrapposizione tra buoni e cattivi ulteriormente accentuata dalla loro rappresentazione fisica: i buoni sono vestiti con colori accesi mentre i cattivi indossano abiti scuri.

L’antagonista del film, Crudelia De Mon, è il primo cattivo a diventare così famoso da superare gli stessi protagonisti. Se si parla della storia, infatti, tutti immediatamente ricordano la famosa stilista con la passione per le pellicce di dalmata. Questo porta ad una svolta interessante nel modo di valutare il ruolo del cattivo, ruolo che fino a quel momento fungeva da strumento narrativo in eclissato dai buoni, e che ora invece cattura l’attenzione del pubblico e acquisisce una sua maliziosa dignità. Basti pensare alla celebra matrigna di Bianca Neve, della quale nel film non viene nemmeno detto il nome.

È stato il primo film ad essere animato con la tecnica xerografica che permette di trasferire i disegni direttamente nei rodovetri d’animazione, eliminando il processo di inchiostrazione e risparmiando così tempo e denaro. Questa tecnica comunque non permise allo studio di coprire le proprie perdite, nate dalla costosissima produzione de La Bella addormentata nel bosco, e che portarono successivamente alla chiusura del reparto. Lo Xerox fu, comunque, un grande aiuto per l’animazione delle macchie di dalmata e segnò un cambiamento nello stile grafico: gli artisti dello sfondo avrebbero dipinto stampi liberi per rappresentare gli oggetti e fotocopiare i dettagli sullo stampo, per quanto questo non fosse piaciuto a Walt Disney.

La storia è stata anche riproposta come live action nel celebre film del 1996 con Glenn Close, come serie animata l’anno successivo e nuovamente come sequel, sempre in live action, La carica dei 102 – Un nuovo colpo di coda, del 2000. Dopo il successo dei due film e della serie animata, nel 2003 esce il sequel animato della storia, La carica dei 101 II – Macchia, un eroe a Londra. Anche nel sequel la storia è puramente incentrata sull’avventura ma questa volta gli autori hanno deciso di inserire una piccola lezione morale. Infine, è prevista l’uscita nelle sale, nel 2020, di uno spin-off intitolato Cruella, incentrato proprio sul personaggio di Crudelia De Mon, e noi non vediamo l’ora di vederlo!

Federica Ferrari

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